Un festival che non segue il tempo, lo crea. Il Primo Maggio in Ritardo 2025 sarà un doppio viaggio

Calitri e L’Alta Irpinia

DOVE LA TRADIZIONE

SI INNAMORA DEL TEMPO

Nascosto tra le morbide colline dell’Irpinia, in Campania, Calitri è un borgo che sembra sospeso tra cielo e terra. Con le sue case in pietra aggrappate alla montagna, i vicoli che profumano di storia e gli orizzonti che abbracciano la valle dell’Ofanto, questo angolo d’Italia è un invito a rallentare. Qui, dove il passato dialoga con il presente, nasce Il Primo Maggio in Ritardo: un festival che celebra arte, musica e radici, in un luogo dove ogni pietra ha una storia da raccontare.

IL RITO DELLO SCATTO PERFETTO: IL PANORAMA DI SANTA LUCIA

Nessun viaggio a Calitri è completo senza una foto scattata davanti la Chiesa di Santa Lucia, il posto perfetto per restare senza fiato davanti alle bellezze dell’irpinia. Qui, tra il silenzio rotto solo dal vento e l’odore dei campi non troppo lontani, lo sguardo spazia su un mosaico infinito.

È un rito che si ripete da generazioni: viaggiatori, artisti e locals tornano qui per catturare l’attimo in cui la luce gioca con le nuvole, creando quadri sempre diversi.

Un consiglio locale: aspetta il crepuscolo, quando le prime luci del paese iniziano a tremolare. Quel momento, sospeso tra il cielo e terra, è magia pura da portare nel cuore (e nelle tue storie Instagram).

Cosa vedere

Tra Borghi e Natura

  • Calitri e il suo labirinto di vicoli: Passeggiate nel borgo antico, tra case-grotta, scalinate che sfidano la gravità e il Borgo Castello, con il museo della ceramica, le terrazze panoramiche che permettono di scorgere in lontanza anche la Puglia e la Basilicata.

  • I paesi dell’Alta Irpinia: Esplorate Bisaccia con il suo Castello Ducale, Aquilonia e i suoi muri in pietra a secco, o il parco archeologico di Conza della Campania, tra rovine romane e unici panormai sull’Oasi WWF della Diga di Conza.

  • I santuari della natura: Tracciate sentieri nel Parco Regionale dei Monti Picentini, tra faggete secolari e sorgenti cristalline, o perdetevi nelle Cascate di San Fele, un luogo unico dove respirare l’aria pura dei boschi.

  • L’Abbazia del Goleto (Sant’Angelo dei Lombardi): nell’Alta Irpinia, a 20 minuti da Calitri, un complesso monastico del XII secolo dove si respira un’atmosfera mistica. Tra antichi muri in pietra e silenzi contemplativi.

  • L’Accoglienza Irpina: fermati a parlare con i vecchietti sulle panchine, saluta i ragazzi davanti al bar, noi locals siamo accoglienti di natura. Sapremo intrattenerti e consigliarti su altri luoghi da vedere, o dove andare per gustare quel piatto gustoso che hai visto sui social.

Perché fermarsi qui?
Perché ogni angolo dell’Alta Irpinia nasconde un segreto: una pietra intagliata da un pastore annoiato, un affresco sbiadito su un solaio abbandonato, o un sentiero che porta a un ulivo millenario. Qui, anche perdersi è un modo per ritrovarsi.

COSA GUSTARE: LA DISPENSA DELL’ALTA IRPINIA

In questa terra generosa, ogni piatto è una storia di fatica e orgoglio:

  • I formaggi della transumanza: il caciocavallo irpino dal sapore intenso, stagionato in grotte medioevali nel centro storico di Calitri.

  • La pasta degli sposalizi: mezzi ziti spezzati conditi con ragù di carne e un mix segreto di formaggi. Sono le famose Cannazze di Calitri.

  • I frutti della terra: Castagne di Montella (IGP), tartufo nero di Bagnoli Irpino.

  • Dalla salumeria: sono rinomate le salsiccie e soppressate, fatte con metodo tradizionale. Da gustare insieme a…
  • I prodotti da forno: il pane da grani antichi cotto in forno a legna. Senza dimenticare grissini e taralli della tradizione.
  • Vini e liquori epici: Degustate l’Aglianico invecchiato in botti di rovere e il Fiano di Avellino.

IL PRIMO MAGGIO IN RITARDO: FESTA SENZA CONFINI

Perché “in ritardo”? Perché a Calitri il tempo segue un ritmo diverso, fatto di attese che si trasformano in bellezza. Il festival è un abbraccio tra musica, performance e sapori. Il Primo Maggio in Ritardo non è solo un festival: è un invito a ritrovare il tempo perduto, in un angolo d’Italia che resiste al rumore del mondo.

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