I miracoli, si sa, sono un evento raro, quasi unico, altrimenti non li chiameremmo tali. Quando il Maestro Vinicio Capossela, a conclusione della prima edizione del Primo Maggio in Ritardo, definiva l’evento ‘bellissimo e miracoloso’, probabilmente non si aspettava che la cosa potesse ripetersi. Ad evento avvenuto, ormai non si può più parlare di miracolo, ma di prova tangibile di cosa è capace di fare un gruppo di giovani in questa Italia Paranoica, uniti nell’intento di organizzare ancora una volta un evento musicale, ispirato ai ben più noti concerti del 1 maggio, ma con una tempistica tutta propria: quella del ritardo, appunto.
Il miracolo, visto che ancora lo si percepiva come tale, della scorsa edizione aveva portato con sé tante aspettative, ma non solo: il bando di partecipazione, aperto a qualsiasi persona o band, aveva ricevuto oltre 40 richieste, tutte di altissimo livello, la gran parte delle quali provenienti fuori dalla provincia di Avellino, e alcune perfino fuori dai confini della regione Campania. Il voto di una giuria ‘popolare’, formata dai membri del Forum, e di una ‘tecnica’, hanno poi decretato la lineup di questa edizione: A Cunv’rsazion, Banda della Posta, Faia, Fanoya, Gedem + Twiny Industry, Herpes Tribute Band, Nemesisterica, Selenio, The Recoveries, Trio Ristoccia. Ad arricchire il tutto, anche la presenza come ospiti speciali di Viscardi e Svm.
’Smells like teen spirit’ avrebbe forse detto qualcuno negli anni ’90, vedendo la frenesia, l’eccitazione e le idee dei giorni seguenti, durante le riunioni, spesso fino a tarda notte, nella sede di Vico Tornillo 4. Tra telefoni che squillavano incessantemente, turni da stabilire, lotteria, accoglienza per gli artisti, ogni problema è stato affrontato con un entusiasmo che forse è la testimonianza più bella e diretta di ciò che un’istituzione come il Forum ha come scopo: l’aggregazione dei giovani e il loro inserimento attivo nella vita del paese.
Il meteo, nei giorni precedenti all’evento, non ha aiutato a rendere più semplice la preparazione. Un po’ come un emblematico segno dei tempi, viste le sfide che quasi sicuramente questa generazione si troverà ad affrontare, le frequenti piogge del mese di giugno hanno contributo a tenere l’intera organizzazione in apprensione. E così ci si è perfino scoperti meteorologi dell’ultima ora, per decidere il momento migliore perché tutto fosse fatto al momento giusto. Finalmente, il 17 giugno, giorno dell’evento, un caldo sole si è affacciato su questo piccolo pezzo d’Irpinia. L’area era stata pulita e attrezzata, un magnifico palco coperto era pronto ad accogliere i suoi artisti e i propri scatenati fan.
Era tutto pronto per l’inizio della seconda edizione del Primo Maggio in Ritardo.
Le ore si sono susseguite veloci, così come gli artisti sul palco, che hanno contributo a tenere alta la temperatura, climaticamente fattasi più sfidante col calare della notte. E quando, infine, la Banda della Posta ha dato il celebre segnale ‘guidate con prudenza… e buonanotte!’, Barbara e Giuseppe, impeccabili presentatori d’eccezione dell’edizione, hanno chiuso questa memorabile serata. Il miracolo si era compiuto di nuovo, diventando ora solida realtà. E non importa se la nostra Arena Madonnelle non è la collina di Glastonbury, o il deserto californiano del Coachella. Non importava neanche dei nasi rossi di chi era lì dalla mattina, o dei brividi di freddo di chi aveva dimenticato una giacca in quell’umida sera di metà giugno. Quel giorno ci siamo tutti sentiti partecipi di qualcosa di un po’ più grande, basata su spirito di sacrificio, dedizione, idee, ma soprattutto condivisione e rapporti umani. ‘Fammi costruire una multinazionale della felicità, come si fa?’ hanno cantato i Fanoya, proprio su quel palco. Ed è proprio ciò che abbiamo fatto, quella sera, tutti insieme.
Cosimo Bovio
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